La collezione Entomologica
di Ettore Contarini
La raccolta entomologica del Museo Civico di Scienze Naturali di Faenza risulta formata da 429 scatole/insettario di misura “classica” (cm. 39 x 26 x 6) contenenti per la quasi totalità esemplari preparati su spillo o su cartellino, di 2 grandi ordini sistematici: i lepidotteri, o farfalle, e i coleotteri. Marginalmente, sono presenti anche alcune scatole di ortotteri, imenotteri, odonati, ecc. Sono da aggiungere alla collezione generale circa una quarantina di insettari con materiale vario, prevalentemente dei due vasti raggruppamenti succitati, frutto di una modesta donazione successiva (fratelli Lazzari). Il donatore principale, a cui è ufficialmente dedicato il museo, raccolse durante la sua lunga vita sia specie italiane, in particolare di Romagna con un’intensa attività di campo, che specie esotiche. Perciò, gli 8 grandi armadi che ospitano le scatole entomologiche sono suddivisi in settori secondo la provenienza, nostrana o extraeuropea. Interessante, tra i lepidotteri, è la copiosa presenza delle farfalle diurne romagnole, dagli esperidi ai papilionidi, dai licenidi ai ninfalidi, dalle pieridi ai satiridi. Forse, però, Domenico Malmerendi il suo massimo impegno naturalistico di raccolta, negli invertebrati (poiché è stato anche un valente tassidermista e ne sono conferma le migliaia di uccelli imbalsamati donati allo stesso museo), l’ha profuso ai coleotteri. Tralasciando anche in questo caso il settore esotico, come per le farfalle valido prevalentemente per le numerose specie di grande effetto visivo per forme e dimensioni, le oltre 300 scatole entomologiche che conservano il materiale romagnolo e italiano più in generale risultano il lotto di insetti più prezioso presente nel museo. Vi sono rappresentati in grandi serie di esemplari (a volte un’intera scatola per un solo taxon, con tutte le varietà cromatiche riscontrate) dai carabidi agli stafilinidi, dai tenebrionidi ai buprestidi, daicrisomelidi ai curculionidei, dagli scaraboidei ai cerambicidi, ecc. fino alle famiglie cosidette “minori” perché composte da un limitato numero di entità specifiche. Il tutto risulta diligentemente determinato dai vari studiosi italiani di sistematica entomologica di quest’ultimo dopoguerra, a cui Malmerendi si rivolgeva abitualmente per la classificazione del materiale più difficile da studiare (da Magistretti a Straneo, da Osella a Burlini, da Buccialli a Dellacasa, ecc.). |
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